Intervista al Presidente Giuseppe Anarratone


GIUSEPPE ANARRATONE

Presidente della Banda Musicale La Filarmonica di Occimiano

Intervista a cura di Claudia Sillano.

Suono il campanello di casa Anarratone con una serie di domande che ho preparato ed il dubbio se saprò realizzare una buona intervista. Ad accogliermi, in forma smagliante, il Giuseppe di sempre, sorridente e disponibile a sottoporsi con piacere ai miei quesiti.Inizierei con una curiosità che almeno una volta ha sfiorato tutti: come nasce il soprannome “Rodoni”, che ti accompagna direi quasi da sempre?

Dalla somiglianza con Adriano Rodoni,  Presidente dell’Unione Velocipedistica Italiana nominato nel 1945, quindi ambiente ciclistico,  non musicale. Qualcuno notò tale somiglianza e cominciò scherzosamente ad attribuirmi il soprannome che si è diffuso fino ad oggi.

Presidente della Filarmonica dal 2005, anno in cui sei subentrato alla Sig.ra Rosanna Barbanotti Scagliotti, figura di spicco per il gruppo.

Sì, la presenza della Sig.ra Scagliotti era stata suggerita caldamente dal Sig. Ernesto Rota che, nutrendo verso di lei la massima fiducia, interveniva per suo tramite come benefattore  sostenendo la Banda nelle varie necessità. In quegli anni è stato un contributo determinante , dal momento che l’introduzione del Gruppo Majorettes aveva portato una ventata di novità e maggiori richieste di servizi, ma anche spese da sostenere per le divise e per tutto il necessario.

Torniamo a te. Da quanti anni in Banda ?

Sono trascorsi tra i 65 ed i 67 anni. Quando ho cominciato , come allievo, il Direttore  era l’occimianese Francesco Unia. Inizialmente seguivo e imparavo musica, avrò avuto circa 13 anni, poi appena in grado ho iniziato proprio a suonare in gruppo con gli altri musicanti.

Dapprima come allievo, poi con il trombone ed ora come Presidente, quale di queste fasi della vita è stata per te più’ piacevole?

Certamente da allievo perché ero più giovane e spensierato. Almeno questa è l’impressione che ho oggi, si è sempre portati a pensare che da giovani si avessero meno preoccupazioni.

Come ti era venuta l’ispirazione di cominciare a suonare?

Un tempo la stalla era il luogo di ritrovo serale per le famiglie, il Maestro di musica Guaschino, proprio nella stalla, mi ha insegnato le prime nozioni di musica. Quello musicale era un mondo che mi appassionava e fu lui stesso a guidarmi verso la scelta dello strumento musicale che mi ha accompagnato tutta la vita: il trombone.

Mai avuto la tentazione di uscire dal Gruppo Musicale?

No, non ho mai pensato di lasciare la Filarmonica. In tanti anni, fatti di momenti di impegno, di soddisfazione, talvolta di sacrificio…non mi ha mai sfiorato l’idea di abbandonare.

Hai suonato anche altri strumenti musicali ?

No,  soltanto il trombone.

Molti non sanno accettare il trascorrere del tempo e della vita, tu sei sereno e ti relazioni bene anche con i componenti più giovani della Banda, partecipando con mente aperta ai nuovi progetti, pur guardando con un sorriso lo scorrere degli anni. Quanto influisce su tutto questo il fatto di abitare in un paese che ritaglia, per quanto possibile in questi tempi economicamente difficili, uno spazio simbolico per la cultura e per la musica ? E’ importante secondo te?

Certamente sì, quando si attribuisce importanza ai valori della cultura e della musica si vive meglio.

Tra i numerosi brani che hai avuto l’opportunità di suonare quale suscita in te più emozioni?

Tra le tante, una bella marcia direi che è “Stoccolma”. Poi a suscitarmi emozioni è “Stella d’argento”, da una splendida canzone interpretata da Gino Santercole nel 1939.

Se ben ricordo, sulla base di “Stella d’argento” si esibiva il Gruppo Majorettes!

Un servizio bandistico che ricordi in modo particolare?

Lugano, in Svizzera, per la Festa dell’Uva, in quella occasione avevamo anche meritato un premio. Ricordo poi con piacere un servizio bandistico in Francia, a Marsiglia per un “Raduno Majorettes”.

C’è un componente della  Filarmonica che tutte le bande ci invidiano, Secondo Malvicini, per il modo particolare e spettacolare di suonare i piatti che lo rende unico.  Per quanti anni avete suonato insieme tra le fila della Banda?

Molti anni fa quando Cerrato mi ha chiesto se conoscevo un giovane (a quell’epoca ero giovane anch’io) disposto ad entrare in Banda per suonare i piatti, ho proposto di parlarne a Secondo, un mio amico, che ha accettato di buon grado. Quindi è una vita che siamo insieme nel Gruppo Musicale.

Raccontava mio nonno (Candido Sillano, detto Càndi-dal-vetèrinari) che in passato il tradizionale pranzo di S.Cecilia si svolgeva a Occimiano, ma cucinavate voi oppure le vostre mogli?

Cucinavamo noi. Tuo nonno metteva al fuoco il bollito mentre Bigètu e Boiòla preparavano il bagnetto.

Durante gli anni impegnativi con il gruppo majorettes, anni di  cappelli, piume, stivali, collants che si smagliavano,  divise da sostituire, bastoncini da twirling da recuperare…  le uscite della Filarmonica avvenivano in pullman, chi vi aiutava durante gli spostamenti?

Ci aiutavano a volte le mamme delle majorettes bambine e ci accompagnava il Sig. Luigi Barberis , il quale spesso si offriva per l’ingrato compito di giustificarci con gli organizzatori delle manifestazioni nel caso fossimo in ritardo. Con diplomazia riusciva sempre, come dicevamo allora, a tamponare il problema.

Che emozione si prova ad essere chiamati Presidente della Filarmonica al  concerto che si tiene ad Occimiano ogni anno a settembre, in occasione della consegna delle borse di studio agli studenti migliori?

E’ una grande emozione che….

A questo punto emerge uno dei pregi di Rodoni, la modestia che gli fa dire dopo una breve pausa…

…un’emozione che penso di non meritare io.

Non concordo ovviamente con questa affermazione ! Direi che il titolo di Presidente è più che meritato.

Pensi che i tuoi nipoti continueranno la tradizione musicale di famiglia?

Per adesso hanno in mente soprattutto il calcio, poi si vedrà.

Ritieni che il gruppo musicale occimianese, che quest’anno compie ben 109 anni, continuerà ad esistere in futuro?

Fino a quando ci sarà con il Gruppo il Maestro Paolo Meda, penso che la Filarmonica potrà esistere, è a lui che dobbiamo esser grati se nel corso degli anni la Banda non si è sciolta.

Quale consiglio daresti ai giovani allievi che si accostano per la prima volta alla scuola di musica?

Ai giovani  suggerirei di avere tanta pazienza, all’inizio è necessaria per avere qualche risultato e poi ci vuole costanza nel frequentare le lezioni, così si impara a suonare e, si sa che con lo strumento musicale le lezioni sono più gratificanti.

In passato, dopo una settimana di duro lavoro, arrivava finalmente  la domenica e andavi  “a suonare” con  altri occimianesi ( Scaròn, Cicòt, Cerato , Candi,  Maiotu, Cattàna, Ricaldòn, Patrùc e molti altri) . I musicisti all’inizio del ‘900 si spostavano in bicicletta, gli strumenti musicali in spalla, pedala..pedala, arrivavano a destinazione imbiancati dalla polvere delle strade non ancora asfaltate, ma…secondo te, ne è valsa la pena?

Direi di sì, se la Banda esiste ancora dopo così tanti anni, allora ne è valsa proprio la pena.

Oggi la Filarmonica, benchè composta da elementi provenienti da altre località, a partire dal Maestro Paolo Meda, nominato cittadino onorario di Occimiano dall’attuale Sindaco Prof. Berra, continua a portare ovunque,  con orgoglio, lo stemma del paese . Tu sei il Presidente: complimenti e l’augurio di proseguire.

Non so se capita anche a te, ma io quando la Filarmonica intona qualche brano, sarà che vedo il luccicchìo dei piatti innalzati da Secondo,  sarà che riconosco la scritta che ho dipinto sul tamburo grande anni fa,  sarà che la musica mi pare più briosa di qualunque altra…ma in qualsiasi luogo io mi trovi mi sento a Occimiano.

Ancora una domanda: quale dedica è riportata sulla targhetta che ti hanno donato al pranzo di  Santa Cecilia 2005 per festeggiare i tuoi 60anni di banda?

Questa è la dedica: “ 60 anni con la Banda, con la Banda per sempre”.

Questo è l’augurio sincero che ti rivolgo anch’io.

 

Occimiano, 11 Aprile 2012