Giuseppe Anarratone (detto Rodoni)
da oltre 70 anni in banda, è presidente onorario a partre dal gennaio 2015.
Insiema al maestro Meda ha formato l’anima trainante del gruppo, solerte ed amorevole come una chioccia con i suoi pulcini.
Per i festeggiamenti del 60° di banda Gianni Allegro, scienziato e musicista, ha composto un’ode che lo presenta in modo ironico e al tempo stesso affettuoso.
Il Divino Rodoni
nel 60° anniversario della sua vita bandistica
Nel mezzo di una lunga processione,
di cui si intravedea la fine a stento,
vedo avanzare un uomo col trombone,
dal passo strascicato, tardo e lento.
Il volto avea abbronzato come un moro,
l’occhio era fiero, mite eppure attento,
l’aria di chi conosce il suo lavoro,
e dolce m’incuteva un sentimento.
Chiesi pertanto a un giovin clarinetto
chi dunque fosse l’uom con gli scarponi,
e quello mi rispose con rispetto:
“Come, non lo conosci? Egli è Rodoni.
Nome gli diè l’occimianese gente
quand’egli andava come una saetta,
mostrando fiero il catarinfrangente
della sua cara amata bicicletta.
Egli era noto al volgo d’Occimiano
per avere guidato con destrezza
ora la Bianchi ed ora la Legnano,
nella lontana e cara giovinezza.
Oggi di questa banda è animatore,
nulla gli sfugge e tutto egli controlla,
sempre col suo sorriso da signore
ma pervicace come chi non molla.
Se mancan bassi, bombardini o trombe
e tutte le speranze sembran vane
non lascia scampo, e lancia come bombe
le sue telefonate antelucane.
Quand’ecco un tale di statura altino,
con un fischietto tra le dita sue,
sferzando con lo sguardo un bombardino
gridava: “Attenti a voi, che batto due!”
Come colombe dal desio chiamate
le trombe allora presero a suonare,
le note si inseguivan vellutate
e qui Rodoni…. incominciò a sognare.
da Gianni, con affetto
novembre 2005